Cosmografia e fonti

Approdato a Damasco nel 1414, Niccolò de’ Conti (ca. 1395-1469) raggiunse Bagdad al seguito di una carovana araba. Navigando quindi lungo il Tigri e l’Eufrate, raggiunse Bassora, attraversò il Golfo Persico su navi arabe e giunse a Bandar ‘Abbās, all’isola di Hormuz, e quindi a Qalhat, nel golfo dell’Omān. Di seguito, approdò a Cambay, a Pachamur, l’attuale Barkur, a nord di Mangalore, e alla città, ora scomparsa, di Helly. Dopo essersi inoltrato nell’entroterra indiano, riprese la navigazione lungo le coste, giungendo a Mylapur, città di cristiani nestoriani, dove si credeva fosse sepolto l’apostolo Tommaso. Lasciata l’India, navigò verso Sumatra, per poi approdare alla regione di Tenasserim, in Birmania. Da qui raggiunse il Gange e, dopo averlo risalito, continuò fino a Buffetania, probabilmente Pudifetania. Proseguì poi nella penisola indocinese, raggiungendo il fiume Irrawaddy e i suoi numerosi affluenti, e visitando molte città, tra le quali Ava e Pegu. Arrivato di nuovo al mare, visitò l’isola di Giava e il Borneo e, probabilmente, le cosiddette Isole delle Spezie, Celebes e le Molucche, dalle quali raggiunse di nuovo il continente, presso il regno di Ciampa, nell’odierno Vietnam. Da Ciampa iniziò il viaggio di ritorno, passando per l’India e fermandosi a Quilon, poi Cocym, Kranganur, Calicut e Cambay. Infine, attraversò a ritroso l’Oceano Indiano verso il Mar Rosso, toccando l’isola di Socotra, Berbera, Aden e Gedda e un porto non identificato nella penisola del Sinai, che attraversò a piedi fino a raggiungere II Cairo, nel 1437. Qui fu costretto ad aspettare per due anni il salvacondotto del Sultano, e solo nel 1439 gli fu concesso di rientrare a Venezia, dopo aver rinnegato la fede cristiana e aver perso la moglie e due dei quattro figli a causa di una pestilenza.