Intorno alla metà del Quattrocento la Repubblica di Venezia comprendeva territori molto vasti organizzati in tre aree principali: il Dogado, e cioè le regioni lagunari fino a Grado e al Delta del Po; lo Stato da Mar, che includeva le coste orientali dell’Adriatico, gran parte del Peloponneso, molte isole greche, tra cui Creta e Cipro, e alcune colonie del Mar Nero; e lo Stato da Tera, con i territori dell’entroterra veneto fino a Bergamo, al Friuli e al Polesine. Consolati e fondaci veneziani erano presenti nella maggior parte dei principali porti del Mar Nero, del Mediterraneo e della costa atlantica, come Tana, Caffa, Costantinopoli, Alessandria, Beirut, Algeri, Lisbona, Bruges e Londra. I successi militari dei due secoli precedenti contro Genova, Costantinopoli e altri regni islamici avevano assicurato a Venezia il predominio commerciale del Mediterraneo. Dai porti del Mar Nero, Alessandria e Beirut, le galee veneziane distribuivano in tutto il Mediterraneo e nel Nord Europa i beni preziosi provenienti dagli empori del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano, in particolare spezie, tessuti e pietre preziose. Il Senato della Repubblica supervisionava sia l’Arsenale, dove venivano costruite le galee commerciali e militari con il legname delle foreste del Cadore e della Slovenia, sia il complesso sistema di appalti pubblici per l’aggiudicamento, l’acquisto e il trasporto dei carichi fino a Londra e alle Fiandre. Un articolato sistema di uffici, inoltre, gestiva anche il reclutamento e le carriere degli “uomini da remo”, dei marinai, dei soldati e degli ufficiali necessari per armare le decine di galee coinvolte nei commerci, nella difesa e nelle conquiste militari della Repubblica.