Più che una rappresentazione del mondo conosciuto, il mappamondo è un progetto visionario che descrive la possibilità di unire tutte le terre attraverso rotte marittime oceaniche. Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) immaginava che terre lontanissime come Cipangu, ossia il Giappone, Giava, e Zaitun – l’odierna Quanzhou nel mar della Cina, ritenuta da Marco Polo (1254-ca. 1324) il più grande porto al mondo – potessero essere collegate a luoghi più prossimi al Mediterraneo, quali Aden, Hormuz, La Mecca e le stesse Venezia e Lisbona, anche attraverso la circumnavigazione dell’Africa. Il collegamento interamente marittimo si affiancava alle vie marittime, fluviali e carovaniere che da secoli legavano l’Asia centrale con l’Asia orientale, attraverso la Persia. Con l’avvento della dinastia Ming e l’interruzione delle vie carovaniere in Asia centrale, in corrispondenza del Mar Nero e del Caspio, il mare offriva un nuovo spazio di connessione che consentiva letteralmente di aggirare l’interruzione delle vie terrestri.

Due bolle papali garantivano alla corona portoghese il diritto esclusivo di navigazione, commercio e proselitismo religioso lungo le coste africane. Basandosi su informazioni diplomatiche divulgate presso le corti italiane dagli ambasciatori portoghesi, Mauro immaginò e rappresentò la possibilità concreta di circumnavigare l’Africa e navigare nell’Oceano Indiano, salpando dal Mediterraneo. Circa cinquanta anni prima dei viaggi oceanici portoghesi di Diogo Cão (?- ca. 1486), Bartolomeu Dias (ca. 1450-1500) e Vasco da Gama (1469-1524), che portarono alla circumnavigazione dell’Africa e al raggiungimento di Calicut sulla costa occidentale dell’India, Fra Mauro dichiarava che unendo le navigazioni portoghesi lungo le coste africane con quelle delle giunche cinesi nella parte occidentale del Mare indicum, si sarebbe potuta aprire un’immensa rotta che consentiva di collegare i due oceani. Una volta giunti nell’Oceano Indiano, risalendo verso nord le coste orientali dell’Africa per poi virare verso est lungo le coste asiatiche, sarebbe stato possibile collegarsi ai ricchi circuiti commerciali di Hormuz, Zaitun e Giava, in cui confluivano le principali rotte commerciali, in particolare delle spezie.