In un’articolata legenda del mappamondo, Fra Mauro (attivo ca. 1430-ca. 1459/1464) fa esplicito riferimento alle prime navigazioni portoghesi lungo le coste africane. Sostiene che le navi lusitane avrebbero navigato per oltre 2000 miglia in direzione sud-sud-est, fino a raggiungere, a sud, il meridiano di Tunisi. Per sua stessa ammissione, queste informazioni le ricavò dalla consultazione di alcune mappe portoghesi, testimoniando per la prima volta l’esistenza della tradizione cartografica lusitana. Tra le sue fonti vi era anche una mappa marina disegnata a Londra dal conterraneo e suo collaboratore Andrea Bianco (attivo ca. 1430-ca. 1464), dalla quale estrasse i toponimi fino a cabo rosso, vicino all’equatore, luogo da cui “non si scorgerebbe la tramontana”. La rappresentazione a sud del Sinus Ethyopicus, seppur congetturale, lascia chiaramente intendere la possibilità di navigare oltre la zona torrida, fino alla punta meridionale dell’Ethiopia Australe. Combinando le navigazioni dei Portoghesi con le notizie sui viaggi di giunche cinesi che all’inizio del Quattrocento si erano spinte verso occidente per ben 2000 miglia, raggiungendo le coste meridionali dell’Etiopia, Fra Mauro pensò che fosse possibile unire le due rotte per compiere la circumnavigazione dell’Africa. Questa intuizione anticipava di quasi mezzo secolo le navigazioni del portoghese Bartolomeu Dias (ca. 1450-1500), che nel 1488 raggiunse il Capo di Buona Speranza.